15 dicembre 2010

La mozione di sfiducia

Ieri, per la politica italiana è stata una giornata davvero intensa, quanto importante. La mozione di sfiducia presentata dall'opposizione e dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, leader del nuovo gruppo Futuro e Libertà. La crisi, nata proprio dal distacco dei  finiani da Berlusconi ha indotto il governo a dover prendere tale decisione. Il giorno 13 il presidente del consiglio ha parlato prima al Senato, poi alla Camera dei Deputati. E, ieri, dopo i maggiori leader degli schieramenti politici hanno esposto le loro ragioni prima di votare.
Con tre voti di scarto alla Camera ,311 a favore e 314 contro, il governo incassa la fiducia.
Berlusconi, oggi ha riferito al presidente della Repubblica, Napolitano, e ha poi aperto un tavolo di dialogo con Casini, UDC, ma quest'ultimo non ha accettato.



La possibilità di riuscire a governare con serenità è assi problematico  e arduo... a meno che Berlusconi non riesca, come sta già provando da oggi, a portare nel suo schieramento alcuni deputati Fli. La situazione, è comunque molto difficile, si continua a sostenere  da una parte  le dimissioni di Berlusconi e dall'altra di Fini; la verità è che Napolitano dovrebbe intervenire per il bene del Paese, perché mentre al Parlamento si discute mozione di sfiducia si o no, fuori nella capitale e nelle maggiori capitali italiane, accade l'impossibile, una vera guerriglia contro tutto... scuola, università, precariato, cassa integrazione ....e molto altro! 


E' ora che qualsiasi governo cui gli italiani decidano (ci sarà sempre una metà non consenziente col governo in carica) di affidare il proprio futuro lavorino davvero per la crescita economica e il benessere (non dico totale , sarebbe un'utopia ovviamente, ma migliorarlo è possibile, se si vuole) della popolazione, ammettendo qualche volta degli errori o delle sconfitte e ripartire da ciò per migliorare!Chissà che un giorno avvenga...  
CM

6 dicembre 2010

Salvare le banche ha senso?

http://www.lavoce.info/articoli/-finanza/pagina1002033.html

Leggendo questo interessantissimo articolo di Angelo Baglioni e Umberto Cherubini, nascono delle riflessioni!
Credo che L'Unione Europa sia un progetto da rispettare, con i suoi pregi e suoi difetti... e i difetti alle volte si sentono più dei pregi!Come in questo periodo, prima la drammatica situazione della Grecia, e ora quella irlandese! Ma nemmeno la situazione del Portogallo sembra buona. Ad ogni modo, ritegno giusto aiutare i paesi membri dell'area, a patto che rispettino i principi stabiliti durante il progetto e che sono stati definiti durante il trattato di Maastricht. Rispettare i principi del trattato è la base, o meglio dovrebbe esserlo, di tutti i paesi!
C'è da sottolineare anche che, mentre l'Unione Europea e il FMI aiutano questi stati, i finanziamenti che si potrebbero ottenere per R&S, imprenditoria giovanile, infrastrutture e tanto altro, diminuiscono... quindi mentre si salvano le banche che probabilmente hanno adottato delle politiche non corrette, e quindi si salva l'economia dello stato... tanto altro viene messo da parte! Qual è la miglior scelta?
CM

19 novembre 2010

Borse giù

http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201011191750148719&chkAgenzie=TMFI

Sardegna: che futuro?

La percentuale di disoccupati ed inoccupati in Sardegna è sempre più alta, trovare un impiego per i giovani  è assurdo; la mia esperienza personale lo dimostra, laureata con specializzazione in Economia non è sufficiente per lavorare in istituto bancario o pubblico ( ma nemmeno privato)  a meno che non si disponga di un cognome di un parente che svolga il ruolo presso  un suddetto ufficio. Perché?
Allora la tanto discussa meritocrazia non esiste, chi dice che non posso essere uguale o addirittura meglio di uno di loro? E non sono frasi dette per darsi una ragione della spiacevole situazione che la circonda, ma le è stato prontamente detto con disinvoltura dai responsabili relativi.
A che serve spendere tempo e denaro per accrescere le proprie risorse, se questo non serve a nulla; come può un laureato essere equiparato ad un diplomato? A che serve tutto ciò?

Credo che la Sardegna, regione in cui vivo e di cui sono fiera di appartenere, non  dia il giusto valore al capitale umano, non esistono incentivi, possibilità per un progresso tecnico nel medio/lungo periodo.
E neanche il governo aiuta la Regione a salvarsi da una situazione che, forse, sta perdendo il controllo. Dobbiamo  fare in modo che rimanga un’economia attiva, che si solidifichi e riparta con tenacia, dobbiamo fare in modo che la Sardegna rimanga ai sardi, ai giovani che vogliono  costruirsi un futuro dove sono nati e non necessariamente  emigrare  e far sì che gli altri diventino imperatori di un dominio che ci è stato fatto abbandonare!!
CM

Il momento del sacrificio

Siamo a maggio, è arrivato il momento   della legge finanziaria 2011. Per la manovra finanziaria servono 24 miliardi di euro.
Il governo è a lavoro per studiare nei dettagli un’operazione difficoltosa e  complessa, per evitare una disastrosa crisi come quella greca. È allarme.
La parola sacrificio in questi giorni si sente parecchio da tutti, e tutti non fanno altro che enunciare che “ tutti dobbiamo capire e  stringere i denti”.
Ora verranno alcune delle proposte della bozza della legge cha sarà approvata oggi:
- Stop al condono edilizio, resta l’operazione sugli immobili fantasma e si rafforzano le misure antievasione.
La legge finanziaria  correttiva, come detto di 24 miliardi di euro, per il prossimo biennio, in via di approvazione, non prevede alcun condono edilizio. E lo ha confermato il  portavoce  della presidenza del Consiglio Bonaiuti.
- È ancora valida la proposta del ministro, per le Riforme e la Semplificazione legislativa, Calderoli di tagliare lo stipendio a ministri e parlamentari. La manovra, dovrebbe prevedere un taglio del 10% agli stipendi di ministri e parlamentari con una quota maggiore di 80 mila euro l’anno.
- Gli stipendi degli statali e dei dirigenti non subiranno aumenti degli stipendi  fino al 2013; mentre sulle retribuzioni dei manager  che guadagnano da 90.000 a 130.000 euro arriva un taglio del 5% che aumenta fino al 10% oltre i 130.000.
- Ci sarà un ritocchino anche nel campo pensionistico, nonostante Silvio Berlusconi avesse garantito che non si sarebbe intaccato questo tema: per coloro che nel 2011 avranno maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia ( 65 anni per gli uomini e 60 per le donne) dovrà aspettare sei mesi in più per accedere alla pensione. Infatti, la manovra  prevede uno spostamento di 6 mesi rispetto alla data in cui si hanno maturato i requisiti ( Un signore di 65 anni che ha requisiti per accedere alla pensione il 1° gennaio 2011, percepirà la pensione il 1° giugno 211). Inoltre, l’età pensionabile delle lavoratrici, del pubblico impiego, avverrà in anticipo a gennaio 2016. Il provvedimento prevede un acceleramento dell’età necessario per andare in pensione  fino ai 65 anni; in particolare, dal 1° gennaio 2010 il requisito anagrafico salirà di un anno per arrivare a gennaio 2016 al requisito 65 anni.
- Misure per ridurre l’evasione fiscale, si prevede di riabbassare il tetto alla tracciabilità contante a 5.000 euro dai 12.500 euro. E ai comuni, verrà riconosciuta una quota del 33% delle maggiori somme relative ai tributi statali riscosse a titolo definitivo.
- Vi è poi la “ razionalizzazione catastale” attraverso la quale sarà possibile regolarizzare  eventuali cambiamenti catastali se dichiarati entro il 31 dicembre 2010; dopo tale data verrà applicata una sanzione di circa 1/3 del valore catastale.
- L’Ice ( istituto commercio estero) e l’ Isae ( Istituto studi e analisi economiche) verranno soppressi.
- È prevista la scomparsa dei libretti  di deposito bancari o postali al portatore e l’arrivo di una carta istituzionale  per effettuare  i pagamenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni
- La percentuale di invalidità per la concessione dell’assegno di invalidità  è salita dal 74%
all’ 80%, per le domande presentate dal 1° gennaio 2011.
- La manovra prevede anche un concorso delle Regioni alle spese per l’invalidità civile con un accantonamento dei trasferimenti per il 2011 pari al 45%.

Epifani – segretario generale della Cgil – sostiene che il grosso del sacrificio spetta ai lavoratori, pubblici e privati e non c’è in alcun modo una misura di sostegno per l’occupazione e gli investimenti – i  quali a mio  modesto parere sono il insieme ad altri ingredienti il vero motore della crescita economica. Anche le reazioni del leader del Pd Bersani sono dure, sostiene che la” manovra è insostenibile  per le ricadute che provocherà e per i servizi ai cittadini che le Regioni dovranno erogare”. E anche Montezemolo sostiene che si sta sottovalutando la crisi, lo si sta facendo da due anni.
Anche il Fondo monetario internazionale ha enunciato le proprie considerazioni, concentrandosi sul fatto che è necessario ridurre il peso del debito pubblico e aumentare il tasso di crescita nel lungo periodo. Per il FMI la decisione del governo di non adottare un’ampia politica di stimolo fiscale è stata “appropriata” visto l’elevato livello del debito pubblico. In particolare l’elevato livello del debito pubblico e la deludente performance di crescita potrebbero rendere l’Italia vulnerabile a futuri schock esterni.
CM

La crisi dei giovani

Non è un periodo semplice per i giovani di oggi in Italia. L’Istat ha pubblicato il nuovo dato, molto scoraggiante, dell’inoccupazione dei giovani tra i 15 ed i 29 anni. Sarebbero circa 2 milioni gli individui della fascia di età sopra detta che non svolgono alcun tipo di attività, in particolare non studiano e non risultano nemmeno occupati.
Circa il 30% tra i ragazzi trentenni vive in famiglia, dato triplicato rispetto al 1983.
Le cause di questa drastica situazione si riversano sicuramente nella crisi economica che ha colpito le economie occidentali,  la difficoltà di trovare un lavoro e, quando lo si ha di poter crescere professionalmente per affermarsi.
La situazione vanta una riflessione, che dovrebbe colpire dapprima i rappresentanti politici che abbiamo e in secondo luogo dirigenti, imprenditori. È facile dire che esistono troppi  “bamboccioni”, quando la problematica principale è creare occupazione.
La forza lavoro è il fulcro dell’economia, di tutte le economie, dalla più povera alla più ricca; un paese che registra dati positivi dell’occupazione naturale, avrà maggiori consumi.
I consumi sono l’altra forza predominante di un’economia, perché si evidenzia e si accentua lo sviluppo industriale con un aumento di investimenti e nuove tecnologie per il miglioramento della produzione. Il ciclo continua, infatti migliori investimenti significa che le esportazioni vanno bene e quindi portano ricchezza netta al Paese.
Certo è complesso sintetizzare tutto in poche righe, ma è la base dell’economia da cui si deve ripartire per ridare vigore e forza ad una generazione che si sente persa, demoralizzata, e senza stimoli per il futuro.
E allora mi chiedo, fra 30 anni, quando noi giovani saremo 50-60 enni che cosa raccoglieremo??… Se lo Stato non interviene sul serio, non sottovalutando la voce dei giovani credo rimarranno solo briciole… e poche!
CM

il nuovo approccio alla pensione

La riforma previdenziale ha subito nel tempo numerosi cambiamenti, l’ultimo è  il d.lgs 252 del 2005 ( decreto Maroni) con entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 2007.
La riforma riguarda i lavoratori dipendenti ( per i quali vale anche la disciplina del TFR) ed i lavoratori autonomi.
Sinteticamente la riforma  prevede che il sistema previdenziale sia basato su tre pilastri:
- Primo pilastro: pensione obbligatoria, che deriva dal pagamento dei contributi obbligatori per legge. La legge prevede delle condizioni affinché si possa aver diritto alla pensione e queste sono aver compiuto una determinata età e aver versato per un periodo minimo i contributi previdenziali.
Esistono tre tipi di calcolo della pensione:
1. Metodo retributivo, basato sulla retribuzione percepita. Si applica ai lavoratori  con almeno 18 anni si contributi al 31 dicembre 1995
2. Metodo contributivo, basato, invece sui contributi versati. Si applica a coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996.
3. Per tutti coloro che hanno iniziato  a lavorare prima del 1996 ma non hanno raggiunto i 18 anni di contributi verrà applicato il metodo misto, per cui la pensione verrà calcolata con il sistema retributivo per gli anni fino al 31 dicembre 1995 e con quello contributivo per gli anni maturati dopo.
- Il secondo pilastro della previdenza riguarda i fondi pensione ( aperti o chiusi) istituititi da banche, assicurazioni, SGR e SIM. Ai fondi aperti si può iscrivere chiunque, mentre ai fondi chiusi possono iscriversi solo i lavoratori che appartengono ad un determinato gruppo ( come ad esempio dipendenti di un’azienda, o gruppo aziendale). Questi ultimi possono essere  “negoziali “ quando sono  vi è un accordo tra datore di lavoro e sindacati o “ regionali” se previsti da una legge regionale.
- Il terzo pilastro riguarda i piani individuali pensionistici (PIP) e si realizzano attraverso polizze assicurative.

Il d.lgs riguarda anche il  TFR, che corrisponde  a delle  somme accantonate – corrisponde  ad una mensilità all’anno – e rivalutate secondo indice  dei prezzi al consumo accertato  dall’Istat. I diretti interessati sono tutti i lavoratori dipendenti del settore privato e gli autonomi, mentre sono esclusi i dipendenti pubblici. 
I dipendenti potranno scegliere la destinazione del loro TFR, tra:
- Lasciarlo in azienda, presso il proprio datore di lavoro ( questa scelta non è fattibile per le aziende con più di 50 dipendenti, in tal caso se non si opta per la previdenza complementare, il TFR sarà destinato ad un fondo creato appositamente e gestito dall’INPS).  La scelta è revocabile perché ogni anno il dipendente può decidere di cambiare destinazione al proprio TFR.
- Aderire ad un forma pensionistica complementare, in cui vi è l’adesione del contributo del datore ed eventuale contributi volontari del lavoratore. Anche questa scelta è revocabile, infatti dopo due anni di adesione ad un fondo il dipendente può optare per un altro fondo, ma non potrà più lasciare il TFR futuro in azienda.

Il rapporto tra l’importo della prima pensione dopo la cessazione dell’attività lavorativa e l’importo dell’ultima retribuzione pagata al lavoratore si chiama “tasso di sostituzione”.  Quest’ultimo indica in quale misura il lavoratore potrà mantenere il suo reddito, e quindi il suo tenore di vita, dopo essere andato in pensione. 
Le recenti riforme della previdenza comportano una riduzione del tasso di sostituzione della pensione obbligatoria, soprattutto per i lavoratori più giovani; si ha la stima che si  il tenore di vita si ridurrà di circa il 50 % per i giovani.
La previdenza complementare è fondamentale proprio per questa ragione, cercare di mantenere lo stesso andamento ; è quindi decisione necessaria ricorre a fondi pensione e ai contratti di assicurazione a scopo previdenziale.
CM

lo statuto dei lavoratori compie 40 anni

Lo statuto dei lavoratori nasce con la legge n.300 del 20 maggio 1970, recante  la dicitura "Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento", un principio ribadito anche dalla costituzione all'articolo 4.
La necessità di creare delle regole  fu necessarie dopo i continui abusi che i  contadini dovettero subire quando si trasferirono dalle campagne alle industrie del nord. Fu, proprio la crisi dell'agricoltura che costrinse una grande massa  alla  migrazione  verso il nord occupando  sia l'industria sia l'edilizia.
Si riunirono così i sindacati, i principali furono Cisl, Cgil e Uil (quelli ancora in forze ad oggi …) e dopo   numerose lotte con  gli industriali riuscirono ad ottenere la legge che tra le altre cose, ribadisce, ad esempio: la libertà di opinione del lavoratore, il divieto per il datore di lavoro di assegnare del personale di vigilanza per il controllo dell'attività lavorativa dei lavoratori. 
Vi è tra le tante tutele, anche il divieto per il datore di licenziare se non per giusta causa o giustificato motivo; in assenza di questi presupposti il giudice dichiara l'illegittimità dell'atto e ordina la reintegrazione del ricorrente posto di lavoro o, in alternativa, il dipendente può accettare un'indennità. Per le aziende con meno di 15 dipendenti, se il giudice dichiara illegittimo il licenziamento, il datore può scegliere se riassumere il dipendente o pagargli un risarcimento. Può, quindi rifiutare l'ordine di riassunzione conseguente alla nullità di licenziamento.
La sostanziale differenza tra riassunzione e reintegro è che il dipendente perde l'anzianità di servizio e i diritti acquistati con il precedente contratto.
Insomma, un grande passo verso una democrazia sempre più concreta; però è chiaro che se osservassimo una qualsiasi economia ci renderemo conto che  la tutela del lavoratore non esiste davvero, e per questo bisognerebbe mettere in moto un meccanismo tale affinché funzioni tutto meglio. Non ci sono tutele per tutti i giovani che devono sopportare e subire un precariato che è diventato quasi d’obbligo, in cui tutto ciò che lo Stato garantirebbe viene meno, per il semplicemente fatto che non ci sono più i contratti.
Per non parlare delle “morti bianche” di ogni giorno … dov’è lì la tutela?
Se parliamo di professori, impiegati statali, giocatori di calcio, politici … allora  lì è vero che esiste  la tutela … ma ci sono anche gli operai, gli artigiani, i contadini , tutti i lavori manuali e  i precari … lì no, non c’è tutela neanche un po’.
CM

17 novembre 2010

Benvenuto!!

Salve a tutti! Vitaeconomica è un blog in cui verranno scritte opinioni sulla vita economica in Italia. Verranno anche indicati titoli di lavori che farò nel tempo.
Vitaeconomica nasce per poter essere uno strumento di informazione su alcuni temi che io ritengo importanti e per i quali nutro passione nel studiarli.
Claudia